Le zucchine sono da sempre considerate un ortaggio leggero e salutare, perfetto per chi vuole mantenersi in forma senza rinunciare al gusto. Con appena 17 kcal per 100 grammi, un contenuto d’acqua superiore al 94% e una quantità di grassi quasi irrisoria, sono protagoniste indiscusse delle diete ipocaloriche. Eppure, passeggiando tra i banchi del supermercato, vi sarà capitato di notare confezioni con etichette accattivanti che promettono miracoli per la linea, vendute a prezzi decisamente più alti rispetto alle classiche zucchine sfuse. Ma ha davvero senso pagare di più per qualcosa che è già naturalmente light?
Quando il marketing trasforma l’ovvio in esclusivo
La strategia è tanto semplice quanto efficace: prendere le caratteristiche intrinseche di un ortaggio e trasformarle in un punto di forza commerciale, come se fossero esclusive di quel particolare prodotto. Il risultato? Un sovrapprezzo che può arrivare fino al 30-40% in più rispetto alle zucchine vendute sfuse, senza alcuna differenza reale nella composizione nutrizionale. State letteralmente pagando per un packaging colorato e per slogan che enfatizzano proprietà comuni a tutte le zucchine sul mercato.
Questo fenomeno non riguarda solo le zucchine. Cetrioli, finocchi, radicchio e molti altri ortaggi vengono sempre più spesso confezionati con claim che ne esaltano la leggerezza, come se fosse una caratteristica distintiva e non una proprietà naturale della categoria stessa.
Cosa dice davvero la legge sui claim nutrizionali
Il Regolamento CE 1924/2006 stabilisce regole precise sull’utilizzo di indicazioni nutrizionali e sulla salute negli alimenti. Secondo questa normativa europea, un claim come “light” o “leggero” può essere utilizzato solo quando il prodotto presenta una riduzione di almeno il 30% di grassi, energia o zuccheri rispetto a un prodotto di riferimento simile.
Ma qui sorge il problema: qual è il prodotto di riferimento per una zucchina? Tutte le zucchine fresche hanno naturalmente le stesse caratteristiche nutrizionali di base. Quando trovate diciture come “ideale per diete” o “naturalmente leggero”, vi trovate in una zona grigia del marketing alimentare dove tecnicamente le affermazioni non sono false, ma risultano certamente fuorvianti perché inducono a pensare che quel prodotto specifico abbia qualità superiori.
Cosa state realmente pagando in più
Analizziamo concretamente dove va a finire il denaro extra che spendete per zucchine con claim dietetici. Il costo aggiuntivo copre essenzialmente tre voci che non hanno nulla a che fare con la qualità nutrizionale dell’ortaggio:
- Il packaging più elaborato, spesso in plastica rigida con etichette colorate e grafiche accattivanti
- Le campagne di marketing necessarie per posizionare il prodotto come “premium” o “salutistico”
- Il margine di profitto maggiorato, giustificato dalla percezione di valore aggiunto che il brand vuole creare
Nessuno di questi elementi migliora effettivamente le proprietà dell’ortaggio che state portando a casa. State semplicemente pagando per una comunicazione che valorizza caratteristiche già presenti in tutte le zucchine, comprese quelle sfuse che costano la metà.
Come difendersi dalle strategie di marketing ingannevoli
La consapevolezza è la vostra migliore alleata. Quando vi trovate davanti a ortaggi con claim salutistici, fermatevi un attimo e ragionate: questo ortaggio è naturalmente ipocalorico? Per le zucchine la risposta è sì, così come per cetrioli, finocchi, radicchio e la maggior parte delle verdure fresche. Un ortaggio non subisce trasformazioni industriali che ne modifichino la composizione, a meno che non sia stato effettivamente processato.

Un secondo elemento da valutare riguarda la tabella nutrizionale. Se presente sulla confezione, confrontatela mentalmente con quella di ortaggi simili: noterete valori sostanzialmente identici. Non fatevi ingannare da packaging elaborati che suggeriscono una qualità superiore quando in realtà state acquistando esattamente lo stesso prodotto disponibile sfuso a pochi metri di distanza.
I segnali che dovrebbero farvi drizzare le antenne
Alcuni indicatori dovrebbero immediatamente attivare il vostro senso critico quando fate la spesa. Prezzi significativamente superiori per prodotti identici dal punto di vista merceologico sono il primo campanello d’allarme. Anche l’enfasi eccessiva su proprietà comuni a tutta la categoria di prodotto dovrebbe insospettirvi: se tutte le zucchine sono light, perché solo alcune dovrebbero costare di più?
Altri segnali includono il packaging elaborato che non aggiunge alcuna funzionalità reale e l’assenza di certificazioni specifiche che giustifichino effettivamente i claim. Se un prodotto costa di più, dovrebbe offrire qualcosa in più: origine controllata, metodi di coltivazione biologici certificati, varietà particolari. Non solo parole accattivanti su un’etichetta.
L’impatto economico delle scelte consapevoli
Facciamo un calcolo concreto per capire quanto vi costa questa distrazione. Una famiglia media italiana consuma circa 3-4 kg di zucchine al mese. Se il sovrapprezzo per le versioni “dietetiche” è del 35%, parliamo di una spesa aggiuntiva annuale che può superare i 50 euro, moltiplicata per tutti gli ortaggi soggetti a strategie di marketing simili. Denaro che potrebbe essere investito nell’acquisto di una maggiore varietà di verdure o in prodotti effettivamente più qualitativi, come quelli biologici certificati o a chilometro zero.
La questione non è solo economica. Quando un’etichetta enfatizza caratteristiche naturali come se fossero esclusive, si indebolisce la capacità dei consumatori di fare scelte davvero informate. Si crea un mercato in cui conta più l’apparenza della sostanza, e questo danneggia sia il portafoglio che la fiducia nel sistema alimentare.
Come fare una spesa davvero intelligente
La buona notizia è che difendersi da queste strategie è semplicissimo. Privilegiate sempre gli ortaggi sfusi, che oltre a costare meno riducono anche l’impatto ambientale legato al packaging inutile. Informatevi sulle proprietà nutrizionali di base degli alimenti freschi: scoprirete che molti ortaggi sono naturalmente alleati della salute senza bisogno di etichette che lo proclamino a caratteri cubitali.
Chiedete consiglio al personale del reparto ortofrutta sulla provenienza e sulla freschezza, criteri ben più rilevanti di qualsiasi claim nutrizionale stampato su una confezione. Una zucchina fresca, locale e di stagione avrà sempre un valore nutrizionale superiore rispetto a una zucchina confezionata con etichette accattivanti ma raccolta settimane prima e trasportata per centinaia di chilometri.
Le vostre scelte d’acquisto hanno un potere enorme. Ogni volta che optate per prodotti basandovi sulla sostanza piuttosto che sulle promesse di marketing, inviate un messaggio chiaro al mercato: i consumatori informati non si lasciano ingannare da strategie di valorizzazione artificiosa. E questo, alla lunga, contribuisce a creare un mercato più trasparente, più giusto e più rispettoso dell’intelligenza di chi acquista. Il vostro portafoglio vi ringrazierà, e anche l’ambiente.
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