In sintesi
- 🎬 Pinocchio (film di Roberto Benigni, 2002)
- 📺 Rai Movie HD, ore 21:10
- 📖 Una rilettura fedele e teatrale della fiaba di Collodi, tra scenografie spettacolari e una narrazione più cupa e filologica rispetto alle versioni hollywoodiane, che ha diviso critica e pubblico ma è diventata un piccolo cult del cinema italiano recente.
Roberto Benigni, Pinocchio, Carlo Collodi e Rai Movie sono al centro della serata televisiva del 27 dicembre 2025, una di quelle perfette per infilarsi sotto una coperta e lasciarsi catturare da un grande classico che continua a far discutere, affascinare e dividere. Alle 21:10 su Rai Movie HD torna infatti il Pinocchio del 2002, il film più ambizioso, sorprendente e controverso della carriera di Benigni. Un progetto enorme, un atto d’amore verso la fiaba italiana per eccellenza e, allo stesso tempo, uno dei casi cinematografici più singolari degli ultimi vent’anni.
Perché rivedere oggi il Pinocchio di Benigni
Il film arriva a stretto giro dal trionfo internazionale de La vita è bella, e Benigni decide di cimentarsi con l’opera simbolo della narrativa italiana per ragazzi. Un gesto coraggioso, quasi folle, che ancora oggi divide: c’è chi lo considera un delirio teatrale fuori misura e chi lo difende come uno dei tentativi più sinceri di riportare Collodi al centro dell’immaginario pop contemporaneo.
In televisione, soprattutto durante le vacanze natalizie, Pinocchio acquista un sapore diverso. Tutti conoscono la storia, ma pochi la ricordano nella sua forma originaria, molto più oscura, moraleggiante, piena di avvertimenti e di cadute. Benigni, affiancato da Nicoletta Braschi (una Fata Turchina eterea e malinconica), Carlo Giuffrè e un giovane Kim Rossi Stuart, prova a restituire quella versione, senza edulcorarla troppo.
È proprio questa scelta, oggi, a renderlo interessantissimo da rivedere: il film è un ibrido tra fiaba, teatro popolare e commedia all’italiana, un esperimento che nel 2002 fu percepito come strano, perfino respingente, ma che negli anni ha guadagnato un suo piccolo status cult.
Un film gigantesco: il Pinocchio di Roberto Benigni tra ambizioni, eccessi e fascino
Parlare di Pinocchio senza citarne l’impatto produttivo sarebbe impossibile: con un budget di circa 60 milioni di euro, è uno dei film italiani più costosi mai realizzati. Le scenografie e i costumi di Danilo Donati – due volte premio Oscar – sono esplosivi, stratificati, quasi pittorici. Perfetti per chi ama il cinema come oggetto visivo, come mondo in cui perdersi. Non è un caso che il film abbia vinto due David di Donatello e un Nastro d’Argento proprio su questi aspetti tecnici.
Per gli appassionati più nerd, Pinocchio è un case study unico: un’opera che tenta di riproporre Collodi in chiave filologica, ignorando volutamente il modello disneyano e imboccando la strada di una fiaba italiana “fatta a mano”, con una recitazione volutamente teatrale, gesti ampi, colori saturi, tempi dilatati. È cinema che rischia, che non sceglie la via più facile. E proprio per questo continua a far parlare di sé.
La critica all’epoca fu fredda, in alcuni casi durissima. Negli Stati Uniti Benigni vinse persino un Razzie Award come Peggior Attore, una beffa clamorosa dopo gli Oscar di soli cinque anni prima. Ma il pubblico, soprattutto quello più giovane, nel tempo ha iniziato a guardare il film con più affetto, quasi come un esponente di quella categoria di opere tanto imperfette quanto irresistibili. Se ami la storia del cinema, Pinocchio è uno di quei film che devi conoscere, perché racconta un momento preciso: l’Italia che prova la grande sfida internazionale e inciampa, ma lo fa con cuore e ambizione.
- Scenografie e costumi che ancora oggi sono un punto di riferimento per il cinema fantastico italiano.
- Una reinterpretazione di Collodi sorprendentemente fedele, a tratti cupa, lontanissima dalle versioni hollywoodiane.
Riguardarlo oggi vuol dire cogliere dettagli che nel 2002 si perdevano dietro alla polemica: la cura certosina dei paesaggi ottocenteschi, la scelta di restituire il lato più nero della fiaba, l’energia ipercinetica di Benigni che interpreta un burattino bambino nonostante l’età adulta — un elemento contestato, ma anche uno dei motivi del fascino bizzarro del film.
È un’opera che divide, certo, ma è anche un pezzo importante della storia recente del cinema italiano. E proprio per questo, una delle proposte televisive più interessanti di questa sera. Se vuoi una serata di cinema imperfetto ma sincero, capace di sorprendere e, perché no, di far discutere, Pinocchio su Rai Movie HD potrebbe essere la scelta perfetta. Dopo più di vent’anni, continua a essere un film che non somiglia a nient’altro: e quando si parla di televisione generalista, non è affatto poco.
