La platessa surgelata che troviamo al supermercato sembra sempre una scelta vincente: un pesce bianco magro, con circa 1,7-1,93 grammi di grassi per 100 grammi e appena 70-83 calorie per la stessa quantità . Perfetta per chi segue diete ipocaloriche o vuole semplicemente mangiare sano senza rinunciare al gusto. Ma siamo davvero sicuri che quello che finisce nel nostro piatto corrisponda alle aspettative nutrizionali che ci siamo creati leggendo la confezione? La realtà potrebbe riservarci qualche sorpresa.
Il tranello nascosto nelle tabelle nutrizionali
Il problema principale riguarda le informazioni riportate sulle confezioni. Molti produttori scelgono di evidenziare i valori nutrizionali del pesce al naturale, quello che tecnicamente si definirebbe “filetto pulito”, dimenticando però di specificare in modo chiaro che il prodotto finale contiene ben altro. Panature croccanti, glasse protettive, condimenti pre-aggiunti: tutti elementi che modificano radicalmente il profilo nutrizionale dell’alimento.
La normativa europea, attraverso il Regolamento UE 1169/2011, obbliga a fornire informazioni nutrizionali veritiere per il prodotto come venduto o preparato, ma non impedisce strategie di comunicazione che mettono in secondo piano ciò che davvero conta. Il risultato? Un consumatore convinto di portare a casa un prodotto con 80 calorie per 100 grammi potrebbe ritrovarsi a consumare un alimento che ne contiene facilmente il doppio o il triplo, a seconda della panatura e della cottura.
Quando la panatura cambia tutto
La differenza tra un filetto di platessa al naturale e uno impanato non è solo una questione di gusto. Dal punto di vista nutrizionale, parliamo di due alimenti completamente diversi. Un filetto al naturale contiene circa 70 calorie, 12-16 grammi di proteine e 1,7-1,93 grammi di grassi per 100 grammi. La panatura, invece, assorbe olio durante la cottura, aggiunge carboidrati raffinati e spesso contiene sale in quantità significative.
Per fare un esempio concreto, prodotti simili come gamberi impanati e fritti raggiungono 242 calorie per 100 grammi, con 11,47 grammi di carboidrati e 12,28 grammi di grassi. La trasformazione è radicale: un pesce magro diventa un prodotto con un contenuto lipidico e calorico molto più alto. Eppure, scorrendo rapidamente l’etichetta, questa trasformazione potrebbe non apparire evidente. Le informazioni relative alla preparazione finale vengono talvolta relegate in caratteri piccoli, in sezioni secondarie della confezione, o presentate in modo tale da non risultare immediatamente comprensibili per chi fa la spesa in fretta.
Le glasse protettive: alleati tecnologici o ingredienti nascosti?
Un altro aspetto raramente discusso riguarda le glasse protettive utilizzate nel processo di surgelazione industriale. Queste sostanze, composte principalmente da acqua ma talvolta addizionate con zuccheri, sale o altri additivi, servono a preservare il prodotto durante lo stoccaggio e il trasporto. Tecnicamente non dovrebbero alterare significativamente i valori nutrizionali del pesce puro, ma il loro peso viene comunque conteggiato nel totale della confezione, riducendo la percentuale effettiva di filetto.
Cosa significa questo in pratica? Che state pagando anche per acqua congelata, e che i filetti effettivi potrebbero pesare considerevolmente meno di quanto indicato sulla scatola. Non si tratta necessariamente di frode, ma di una pratica commerciale che sfrutta zone grigie della regolamentazione per massimizzare la resa economica a discapito della trasparenza.

Come leggere davvero un’etichetta nutrizionale
Per difendersi da queste strategie commerciali, è fondamentale sviluppare un approccio critico alla lettura delle etichette. Alcuni elementi meritano sempre attenzione particolare.
- Cerca la dicitura “come venduto” o “prodotto preparato”: questi riferimenti indicano che i valori nutrizionali si riferiscono al prodotto nella sua forma finale, compresi tutti gli ingredienti aggiunti
- Controlla l’elenco ingredienti: se trovi farine, amidi, oli vegetali o destrosio nelle prime posizioni, significa che il contenuto di pesce puro è proporzionalmente ridotto
- Confronta il peso netto con il peso sgocciolato: differenze superiori al 10-15% sono comuni in prodotti surgelati con glasse e dovrebbero far scattare un campanello d’allarme
- Verifica la percentuale di pesce dichiarata: nei prodotti di qualità dovrebbe superare il 60-65% del totale
L’inganno del prezzo conveniente
Le offerte promozionali sulla platessa surgelata meritano un’attenzione particolare. Prezzi apparentemente vantaggiosi potrebbero nascondere prodotti con percentuali di pesce effettivo molto basse, compensate da ingredienti economici come panature o acqua. Calcolare il prezzo al chilogrammo del solo filetto di pesce, escludendo rivestimenti e glasse, può rivelare sorprese sgradite.
Un confronto onesto dovrebbe sempre considerare il costo effettivo della proteina consumabile, circa 16 grammi per 100 grammi nel pesce puro, non quello del packaging complessivo. Solo così si può valutare se quella promozione rappresenta davvero un’opportunità o semplicemente un’illusione di convenienza.
Strategie pratiche per acquisti consapevoli
Fortunatamente, esistono alternative per chi vuole consumare platessa mantenendo il controllo su cosa finisce nel piatto. I filetti al naturale, senza aggiunte, rappresentano la scelta più trasparente: con sole 70-83 calorie per 100 grammi, permettono di decidere autonomamente se e come condire il pesce, controllando ingredienti e metodi di cottura.
Un altro approccio vincente consiste nel privilegiare prodotti con certificazioni di filiera o etichette che dichiarino esplicitamente l’assenza di additivi. Questi prodotti potrebbero costare leggermente di più, ma garantiscono che il prezzo pagato corrisponda effettivamente a pesce di qualità , ricco di proteine, fosforo, iodio e vitamine B e D, non a rivestimenti industriali.
La conoscenza rimane l’arma più efficace per navigare tra gli scaffali del supermercato senza cadere in trappole commerciali. Dedicare qualche minuto in più alla lettura critica delle etichette significa investire nella propria salute e nel proprio portafoglio, trasformandosi da consumatori passivi in acquirenti informati e consapevoli delle proprie scelte alimentari.
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