Quando un nipotino scoppia in lacrime ogni volta che la nonna si avvicina alla porta di casa, quando l’ansia si dipinge sul suo volto appena lei scompare dalla sua vista, ci troviamo di fronte a una dinamica affettiva complessa che merita un’analisi profonda. Questa forma di attaccamento intenso, sebbene testimoni un legame prezioso, può trasformarsi in una fonte di stress per tutti i membri della famiglia, generando incomprensioni tra generazioni e mettendo la nonna in una posizione emotivamente difficile.
Comprendere l’attaccamento selettivo nei bambini
L’attaccamento preferenziale verso una figura specifica, come la nonna, rappresenta un fenomeno più comune di quanto si pensi. Secondo la teoria dell’attaccamento di John Bowlby, i bambini possono sviluppare legami intensi con figure di accudimento secondarie, specialmente quando queste trascorrono con loro tempo di qualità e offrono risposte emotive coerenti. Questo non indica necessariamente una carenza nel rapporto con i genitori, ma piuttosto una capacità del bambino di creare connessioni affettive multiple.
Il pianto e l’ansia da separazione raggiungono tipicamente il picco tra gli 8 e i 18 mesi, ma possono manifestarsi o persistere anche in età prescolare. Quando la nonna diventa il “porto sicuro” privilegiato, il bambino attiva meccanismi di protesta ogni volta che percepisce una minaccia alla disponibilità di questa figura.
Le radici invisibili della dipendenza emotiva
Diversi fattori possono alimentare questa dinamica. Spesso le nonne, libere dalle pressioni quotidiane della genitorialità attiva, riescono ad offrire una presenza più rilassata e paziente. La loro disponibilità emotiva, unita all’assenza di necessità di impartire disciplina rigida, crea un’atmosfera percepita dal bambino come particolarmente accogliente.
Un elemento critico riguarda la gestione delle emozioni difficili. Se la nonna tende sistematicamente a intervenire per consolare il nipote ogni volta che manifesta disagio, anche minimo, può involontariamente impedire al bambino di sviluppare strategie di autoregolazione. La psicologa dello sviluppo Mary Ainsworth ha dimostrato come la sensibilità responsiva dell’adulto debba bilanciarsi con opportunità graduali di autonomia attraverso la Strange Situation Procedure, dove i bambini con madri sensibili mostrano migliore regolazione emotiva.
Il ruolo delle routine familiari
Le dinamiche quotidiane giocano un ruolo fondamentale. Quando i genitori lavorano e la nonna assume responsabilità di accudimento primarie per molte ore, il bambino naturalmente la identifica come figura di riferimento principale per specifici bisogni. Questa situazione, funzionale sul piano pratico, può creare uno squilibrio nel sistema di attaccamenti familiari.
Strategie concrete per ridistribuire la sicurezza affettiva
Affrontare questa situazione richiede collaborazione tra generazioni, non competizione. La soluzione non consiste nel ridurre il legame speciale tra nonna e nipote, ma nell’ampliare la base sicura del bambino.
Preparare i distacchi con rituali prevedibili
La prevedibilità riduce l’ansia. Creare un rituale di saluto specifico e ripetitivo – una canzone particolare, un gesto affettuoso codificato, la promessa di un’attività precisa al ritorno – aiuta il bambino a mentalizzare l’assenza come temporanea e gestibile. La nonna può introdurre frasi rassicuranti ma definitive come “La nonna torna dopo che avrai fatto merenda”, collegando il ritorno a eventi concreti della giornata del bambino.

L’importanza dei distacchi progressivi
Iniziare con assenze brevissime e gradualmente aumentarle permette al bambino di sperimentare che la nonna ritorna sempre. Cinque minuti in un’altra stanza, poi dieci, poi un’uscita rapida. Ogni ritorno rinforza la fiducia. Questa tecnica, definita desensibilizzazione graduale, ha solide evidenze scientifiche nell’ambito della gestione dell’ansia infantile.
Coinvolgere attivamente i genitori come co-protagonisti
La triangolazione positiva rappresenta la chiave. Quando la nonna deve allontanarsi, il passaggio al genitore deve essere valorizzato, non vissuto come consolazione di seconda scelta. Frasi come “Adesso la mamma ti porta al parco che conosce un gioco bellissimo” trasferiscono l’attenzione su un’opportunità piuttosto che su una perdita.
I genitori potrebbero inizialmente sentirsi esclusi o inadeguati rispetto al rapporto privilegiato tra nonna e bambino. Riconoscere apertamente queste emozioni, senza giudizio, facilita la costruzione di strategie condivise. La nonna può esplicitamente valorizzare il ruolo genitoriale davanti al nipote, creando narrazioni che enfatizzino le competenze uniche di mamma e papà .
Quando l’ansia diventa un campanello d’allarme
Esiste una distinzione importante tra un attaccamento preferenziale fisiologico e manifestazioni che potrebbero indicare difficoltà più profonde. Se il bambino manifesta regressioni significative in altre aree dello sviluppo, sintomi fisici ricorrenti come mal di pancia o mal di testa, risvegli notturni frequenti o rifiuto di qualsiasi altra figura adulta, potrebbe essere opportuno consultare un professionista dell’infanzia.
Il disturbo d’ansia da separazione, diagnosticabile secondo il DSM-5, si caratterizza per un’ansia eccessiva e pervasiva che compromette il funzionamento quotidiano del bambino. In questi casi, il supporto di uno psicologo infantile può fare la differenza nel percorso verso un attaccamento più equilibrato.
Trasformare la dipendenza in sicurezza interiore
L’obiettivo finale non è recidere il legame speciale, ma trasformarlo in risorsa interna. La nonna può aiutare il nipote a interiorizzare la sua presenza attraverso oggetti transizionali significativi: una fotografia da tenere in tasca, un foulard profumato, un braccialetto gemello. Questi oggetti fungono da ponte simbolico durante le separazioni, un concetto approfondito dallo psicoanalista Donald Winnicott.
Raccontare storie in cui i personaggi affrontano con successo separazioni temporanee dai loro cari prepara emotivamente il bambino. La biblioterapia, l’uso terapeutico dei libri, risulta particolarmente efficace in età prescolare per normalizzare emozioni difficili e offrire modelli di comportamento positivi.
Le nonne che riescono a sostenere l’autonomia emotiva dei nipoti, pur mantenendo il legame affettivo profondo, offrono un regalo che durerà tutta la vita: la capacità di sentirsi sicuri anche nell’assenza fisica delle persone amate. Questo equilibrio delicato richiede pazienza, comunicazione aperta tra generazioni e la consapevolezza che amare profondamente significa anche permettere all’altro di crescere nella propria indipendenza emotiva.
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